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Perché un libro sul pugilato? Tutti gli sport raccontano storie intense ed edificanti. In verità a noi non bastava raccontare la gestualità tecnica, l'impegno e la motivazione che alimentano l'animo dello sportivo. Cercavamo un argomento più forte, più suggestivo, un'attività motoria che nuotasse nel bello e nello sporco della propria interiorità, uno sport che cercasse, nella liturgia del dolore, un antidoto alle proprie paure e all'iniquità del quotidiano.

Carne Viva

E quale sport meglio del pugilato poteva raccontare pienamente il viaggio doloroso che percorre l'animo umano, per raggiungere l'affermazione del proprio sé? Il pugile affronta deliberatamente un viaggio irto di ostacoli, lungo il quale, la fatica, il sacrificio e il dolore impregnano in continuazione la sua anima e la sua pelle, e la meta qual è? I ragazzi e le ragazze sanno bene che salire sul ring è la prima tappa di un lungo percorso, sanno che sul ring si è soli con le proprie insicurezze, e sanno che proprio su quel quadrato recintato da corde, troveranno la sicurezza, perché a guidarli c'è chi ha conosciuto a fondo il timore del ring.

Non si tratta della paura del dolore fisico, è qualcosa di più profondo, sono i fantasmi che si agitano nella propria interiorità, il dubbio di non farcela, il dubbio di non essere all'altezza. Ma è in questa situazione psicologica che il pugile trasforma in certezze le sue insicurezze, è in questo stato d'animo che egli ribalta in energia positiva i pensieri negativi che gli hanno raschiato a sangue l'anima. In questo difficile percorso il pugile sa di non essere solo: egli ha la consapevolezza che il suo allenatore è un faro costante che illumina la sua strada dalla partenza all'arrivo.

Dopo aver danzato con i suoi demoni, il pugile cerca di vincere la sfida e arrivare all'approdo della serenità interiore, intrisa di valori e esperienze che lo portano alla convinzione che anche davanti alle difficoltà più grandi, non bisogna mai perdere la speranza e continuare a lottare per raggiungere un futuro migliore. Forse è questa la meta ultima che le ragazze e i ragazzi cercano in palestra, fra i movimenti a pendolo dei sacchi, le vibrazioni delle corde e l'odore del sudore e della fatica.

Le palestre da noi visitate nell'articolazione di questo progetto fotografico, ci hanno mostrato un essere umano espressivo, appassionato che ha bisogno di produrre adrenalina per sentirsi vivo, e, sopratutto, un uomo, che deve necessariamente esteriorizzare il suo essere interiore e i suoi drammi esistenziali per sentirsi protagonista nel presente.

Nelle pagine di questo libro sfilano i volti, le vittorie, le sconfitte, le sofferenze e l'orgoglio di questi “gladiatori contemporanei”: giovani nel pieno delle forze che combattono per sport, per vocazione o per destino; donne che hanno il coraggio di guardare negli occhi i propri fantasmi e dire a se stesse: "Non ho Paura".

Ci sono vecchi pugili e ex campioni, che hanno smesso l'attività agonistica e che continuano a vivere nella mistica della sofferenza, perché hanno il bisogno di appartenere ad un mondo dalle regole implacabili ma certe, perché sanno che una verità leale ed autentica, fatta d'amicizia e solidarietà, fuori dal ring difficilmente si realizza.

Questo libro è l'inizio di un viaggio che hanno intrapreso un gruppo di fotografi genovesi:

un diario che raccoglie 100 sguardi sul mondo della Noble Art Ligure.

Le immagini sono divise per avvenimenti che si susseguono nella vita del boxeur e nel periodo della  sua intensa attività di allenamento: i primi gesti pugilistici del ragazzino a scuola di boxe; la gratificazione della fatica e la voglia di potenziare i limiti fisici e mentali del pugile che si allena; le giovani donne che indossano guantoni e casco con determinazione, perché dentro di loro c'è la volontà di migliorare il proprio bagaglio motorio e di sviluppare una personalità forte e equilibrata; il desiderio degli adolescenti di misurarsi sul ring con se stessi e con l'avversario.

Per finire, le fotografie di questo libro ci regalano un essere umano suggestivo e vigoroso, che non  volta le spalle alla palestra neanche alla fine della propria carriera agonistica, perché egli sa che il suo corpo ha bisogno dell'adrenalina, che solo la boxe sa dargli, e, soprattutto, perché egli è consapevole che un'amicizia fatta di lealtà e solidarietà difficilmente si realizza fuori dal ring.

BOXE: "La Noble Art"

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